Venezia - A Palazzo Fortuny: La Divina Marchesa
Arte e vita di Luisa Casati dalla Belle Époque agli Anni folli
fino all’ 8 Marzo 2015
Ideata da Daniela Ferretti, curata da Fabio Benzi e Gioia Mori e coprodotta dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e da 24ORE Cultura – Gruppo 24 (catalogo), la caleidoscopica esposizione conta oltre un centinaio tra dipinti, sculture, gioielli, abiti, fotografie di grandi artisti del tempo provenienti da musei e collezioni internazionali.
Lo specchio dei tempi, dalla Belle Époque al Futurismo, trasgressiva, irridente, interprete dai mille volti e body artist. Tutto questo e molto di più è Luisa Casati Stampa di Soncino, la belle dame sans merci dalla chioma fulva e dal make-up esasperato. Una determinazione ferrea, quella fertile mente, regista e produttrice delle sue performance, turbine dell’assunto wagneriano del “teatro totale”, secondo Gioia Mari. Una vita da e sul palcoscenico, tra luci ombre e inevitabile decadenza (un crack finanziario rovinoso seguito dalla morte a Londra nel 1957), celebrity, femme fatale, tragitti eccentrici e licenziosi che spostarono il baricentro morale della società europea per quasi tre decenni. La bella e stravagante Pigmalione di molti talenti, puntò a ragione sul costumista dei Ballets Russes Léon Baskt , aprendo le danze in candida sembianza d’ Arlecchino al Ballo Longhi in piazza San Marco. 
La multi variegata inclinazione della marchesa per l’esotismo ispira Cartier la creazione di splendidi gioielli a matrice animalier, poiché Luisa sfilava ai ricevimenti, spesso in nude-look e passeggiando con una coppia di ghepardi al guinzaglio, adornata sinistramente di pitoni vivi. Ha affascinato artisti e letterati come Robert de Montesquiou, Romain de Tirtoff (Erté), Jean Cocteau, Cecil Beaton. Ma non dimentichiamo la lunga relazione con Gabriele d'Annunzio, che alla “Divina Marchesa” amata e stimata sopra ogni altra, dedica il personaggio di Isabella Inghirami in Forse che sì, Forse che no (1910). Nel 1910, Luisa risiede a Ca’ Venier dei Leoni, celebrando in memorabili soirées il sodalizio con Mariano Fortuny (creatore del peplico Delphos) e il mitico Paul Poiret, antagonista di Coco Chanel.
Dal 1919-1920, l’inquieta Luisa si trasferisce nella splendida e romita Villa San Michele a Capri, inquilina del riluttante Axel Muenthe. Un soggiorno di intense relazioni ad intreccio narrato nei diari di Compton Mackenzie. I suoi numerosi ritratti sono stati dipinti, fotografati e scolpiti da artisti prestigiosi, quali Alberto Martini, Giovanni Boldini, Paolo Troubetzkoy, Romain Brooks, Jacob Epstein, Zuloaga, Kees van Dongen e Man Ray. Fu il "commissionare la propria immortalità", musa di celebri talenti del Futurismo - FT Marinetti, Fortunato Depero, Balla, Umberto Boccioni - . Lo stesso genio ribelle dell’ on the road, Jack Kerouac dedicò diverse liriche a questa inarrivabile icona del dandismo femminile ‘900, con netta confluenza cinematografica ( Vivien Leigh in La Contessa , 1965; e Ingrid Bergman in A Matter of Time, 1976).
Nella Moda, a fine secolo, John Galliano della maison Dior basa la collezione Primavera / Estate 1998 su Luisa (abiti esposti al Metropolitan Museum of Art Fashion Institute). Anche il romantico Alex McQueen le dedicherà la sua collezione Primavera / Estate 2007 e, ancora Galliano, a seguire, modellerà a immagine della nobildonna gli splendidi ensembles Bal des Artistes haute couture di Dior. Nascerà inoltre la casa di moda Marchesa dei britannici Georgina Chapman e Keren Craig. E nel maggio 2009, Karl Lagerfeld ha presentato alla memoria di Elisa la collezione Cruise 2010 proprio al Lido di Venezia.
Caterina Berardi
Pubblicato in data 20/10/2014