Di Anna Serova, la violista da camera più richiesta in questo momento, ne parlano entusiasti Salvatore Accardo, Juri Bashmet, Bruno Giuranna. Un’occasione troppo propizia per farci sfuggire la sua presenza a Verona in due concerti.
(foto di Gianluca Marzo)
Originaria di Arcangelo, il porto russo più strategico di quel grande Paese, da alcuni anni si è stabilita in Italia e precisamente nel veronese, nel cuore della Valpolicella.
Dal portamento teatrale, quasi austero, occhi profondi, biondissima, Anna Serova diventa rassicurante quando esordisce in un italiano molto gradevole.
Si è presentata in Sala Maffeiana agli Incontri dell’Accademia Filarmonica per una conferenza-concerto, con Filippo Faes al pianoforte, in “Shostakovich: le ultime note furono raggi di luna”, sonata per viola e pianoforte.
Una premessa: perchè ha scelto lo studio della viola e non quello del violino?
“Ho cominciato a suonare il violino all’età di 6 anni, ma a 14 ho scoperto il timbro magico della viola, è stato un amore a prima vista che dura fino ad oggi.”
Lei ha suonato con numerose orchestre internazionali, ma ha anche avuto modo di esibirsi con due orchestre italiane, anzi venete: l'Orchestra di Padova e del Veneto e l'Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza.
“Con l’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza ho eseguito la Prima assoluta della tragedia lirica “Giocasta” del compositore italiano Azio Corghi con la partecipazione dei Swingle Singers e Chiara Muti, diretta da Filippo Faes. È stata un’ esperienza a dir poco magnifica considerando tutti i componenti del progetto, la musica e la cornice splendida del Teatro Olimpico.
Con l’Orchestra di Padova collaboro da tre anni e sempre con grande piacere, sono musicisti giovani, energici e molto professionali. Per il mio prossimo concerto infatti suonerò proprio con questa orchestra a Verona nell’ambito degli Amici della Musica, in Sala Maffeiana il 4 maggio.”

Il noto compositore Azio Corghi Le ha dedicato alcune sue opere: “Fero Dolore” (2005), “Tang jok_Her” (2008) e “Giocasta” (2009): Due cantate drammatiche e una composizione. E' vero che in queste occasioni Lei ha suonato e recitato?
“Nella “Fero Dolore”, cantata drammatica dal Pianto della Madonna sopra il Lamento d'Arianna di Claudio Monteverdi per Voce femminile, Viola solista, Percussione e Archi, la viola rappresenta il Teseo vagante.
L’opera è stata scritta in chiave stereofonica, il che la rende interessantissima. L’orchestra, con il direttore e la cantante sono sul palcoscenico, le percussioni dietro il pubblico (nel palco reale nel caso di rappresentazione in teatro) e la viola appare in quattro collocazioni diverse durante lo spettacolo. Pertanto il pubblico si trova proprio dentro lo spettacolo nel senso letterale della parola.
Nella “Giocasta” la Viola rappresenta il Destino, e commenta con i suoi interventi musicali la tragedia raccontata dalla voce recitante. Mi sono trovata per la prima volta a partecipare ad una vera rappresentazione teatrale, dove ho imparato la mia parte e quella della regia, quando e come camminare sul palco durante lo spettacolo. Il vestito era progettato appositamente per me da uno stilista, con trucco e pettinatura speciali.”
Ci sono delle composizioni che preferisce interpretare rispetto ad altre? Ad esempio, Le piacciono le varie “Réverie” (come quella di Bottesini, di Wieniawski, di Fauré)?
“Si riferisce al mio nuovo CD dalla serie VIOLA COLLECTION “Anna Serova plays the 1615 Amati Viola "La Stauffer"? È stata una scelta di pezzi voluta, ho deciso di fare una raccolta romantico-virtuosistica per viola dell’800 ed ho affiancato ai brani virtuosistici, come “Campanella” di Paganini, i pezzi romantici e sognanti, quali “Aprés un réve” di Fauré. Per la registrazione è stata utilizzata la preziosa Viola Amati “La Stauffer 1615” di proprietà della “Fondazione Stauffer” custodita nella Collezione Comunale di Cremona. Nel CD è inclusa la prima esecuzione e registrazione nei tempi moderni del manoscritto di Bottesini ritrovato nella Biblioteca Statale di Cremona. Il CD è stato segnalato da ITUNES tra le novità interessanti del 2011. Oltre alla mia presenza, alla registrazione hanno partecipato la pianista veronese Jenny Borgatti e la Krasnoyarsk Chamber Orchestra diretta da Filippo Faes.
Con questa registrazione ho iniziata la mia collaborazione con la Casa Discografica REDDRESS dei fratelli Francesco e Stefano Cerrato. Essendo anche loro bravissimi musicisti (oltre ad occuparsi delle produzioni discografiche, Francesco suona il violino e Stefano il violoncello) abbiamo trovato una sintonia meravigliosa. Per registrare il CD ci siamo dovuti spostare a Cremona perché la viola Amati non può uscire dalla città. Siamo sempre stati accompagnati da una guardia armata visto il valore inestimabile dello strumento.”
Con che viola si accompagna normalmente?
“La mia viola è una viola moderna, costruita a Verona nel 2000 da Urs Maechler.”
L'opera 147 di Sostakovich eseguita a Verona porta il timbro della viola ad una caratura dolorosa. Lei ritiene che sia una delle valenze espressive più importanti per questo strumento?
“La viola con il suo timbro ricchissimo, che può essere caldo e avvolgente o forte e tagliente, è stata riscoperta dai compositori nel XX secolo.
La lunghezza della corda superiore al violino permette di creare dei colori unici. Sono tanti i compositori che ne sono stati affascinati”.
(intervista raccolta da roberto tirapelle)