VENERDÌ 3 DICEMBRE 2021 16:47
 

Arte

Olocausto - "Il falsario italiano di Schindler"

un libro di Marco Ansaldo. Rizzoli (pp.273)

Marco Ansaldo, giornalista di “Repubblica”, è stato tra i primi ricercatori nel mondo a poter prendere visione dell’enorme giacimento cartaceo dei Totenbuchen: un “Inferno di carta” al cui esame ha dedicati anni di studio appassionato e commosso.

Il titolo del libro prende spunto della vicenda di Schulman Vogelmann (padre del grande direttore della “Giuntina”, Daniel, ed egli stesso editore dal dopoguerra). Schuman – deceduto nel 1974 - fu un abile tipografo ebreo di origine polacca, e, per la sua perizia tecnica, venne incluso  tra i “falsari” dell’Operazione Bernhard, il piano nazista che avrebbe dovuto causare la bancarotta della Gran Bretagna, con l’immissione selvaggia sul mercato di ben 133 milioni di sterline contraffatte. Il fallimento dell’operazione favorì Vogelmann,  l’unico italiano riuscito a far parte – tra i 1117 - ad essere incluso nella Schinderl’s List. Nessuno, finora, l’aveva mai scoperto. E, anche per questo, il libro di Ansaldo, un vero romanzo ‘nero’,  ha contribuito a fare luce sulla “distruzione degli Ebrei d’ Europa”.

(nella foto una sequenza del film "Il falsario - Operazione Bernhard")

Totenbuchen. Ventisei chilometri di scaffali, oltre trenta milioni di fascicoli, mappe, disegni, grafici, quaderni, liste, effetti personali, fotografie: le stanze segrete dell'ex caserma delle Ss di Bad Arolsen custodiscono l'archivio definitivo dell'Olocausto, il registro più completo dell'ossessione nazista di documentare e catalogare ogni singolo aspetto dello sterminio. Un inferno di carta. Perché delle loro vittime gli aguzzini annotavano tutto, in bella calligrafia e su appositi moduli: i particolari agghiaccianti delle loro reazioni agli esperimenti scientifici e alle ispezioni, le inclinazioni sessuali, i comportamenti durante gli interrogatori e le torture, la composizione del rancio, i trasferimenti, gli orari dei decessi fino nel dettaglio dei minuti. Solo nel 2007, a più di sessant'anni dalla fine della guerra, e dopo un estenuante braccio di ferro diplomatico tra gli undici Paesi firmatari di un accordo sull'archivio, la Germania ha finalmente deciso di togliere i sigilli e di aprirlo al pubblico. Marco Ansaldo è il primo italiano a essersi addentrato in questo labirinto di fogli e storie. Quelle ignote degli internati illustri - Anna Frank, Primo Levi, i Finzi-Contini, Mike Bongiorno diciannovenne in fuga verso l'America, l’editore triestino Boris Pahor, il premio Nobel Imre Kertész, la grandissima scrittrice Irene Némirovsky, raffinata e sensibile autrice di Suite Francese (con monografie rieditate dal “Corriere della Sera”) – e di quelle misere dei Muselmann, i prigionieri senza speranza, i troppi anonimi negletti nelle fosse comuni. Vite spezzate, intere generazioni familiari disperse nella polvere bianca dei crematori, gesti eroici e tentativi di sopravvivenza negati, vicende e destini che trasformano questo libro in un romanzo corale sulla forza dell'uomo e la sua costante ricerca della salvezza.

Federica Tirapelle

Pubblicato in data 18/12/2012