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Arte

Soni Tufina . Mostra collettiva d'Arte Contemporanea

Casaleone, Sala Consiliare del Comune (1-2 Ottobre 2016)

 

Non esiste script ma scena aperta allo sguardo del cuore ( e colpisce come una staffilata ) lo story-telling della nuova produzione di  Soni Tufina - espressa quale mutuazione di impressione visiva, grazie al sinuoso tracciare dei cordami - , parlandoci di un’arte di immagine volutamente drammatica il cui apice resta in quel costante divenire in attesa del perdòno o di un  riscatto emotivo che mai sembra giungere , al di là di luoghi comuni ed imposte credenze (cfr. “Nel nome di quale Dio” e “Assetati di potere”).


Non emozioni controllate, dunque, ma un grido di denuncia angosciosa sui temi cardine di questo nostro mondo tormentato – violenza, crudele sopraffazione, smania di potere..- rivolta all’indifferenza di chi, pur ascoltando, non combacia con le cosiddette buone intenzioni ma si gira dall’altra parte,  buttando via la chiave d’accesso ad altrettanto desueti valori morali. (cfr. “Rifugio degli incapaci”).


Quella descritta dall’artista è un’umanità dolente (la “perduta gente” dell’Inferno Dantesco), scossa tra il proprio potenziale biografico, fitto di esperienza ed emozioni distorte, e la vana ricerca di un fattore identitario che nulla ha d’interiore né, d’altronde, può affidarsi al dialogo (cfr. il trittico “Le radici nere”, dove la speranza di una stabilità è solo illusoria, nei rami di un grande albero – tocchi di colore verde – via via destinato a perire (tocchi di bianco e grigio) per la calcolata malvagità dei fattori cardine imposti dalla società . Da cui, la schiavitù fisica che stringe il cappio a mani operose e la negazione morale dell’uomo condannato, espressa  in cupe tracce nere -).


Persino il tema de “L’unione” non poggia sulla  certezza , sia pure temporale, dell’ estrema sintesi di una chimica di approcci, ma sonda l’onirico ying –yang, allacciando le due mani tramite il sottile filo della vita, il dono di una minuscola emanazione metaforicamente espressa in un minuscolo ciondolo...forse l’unica forza centripeta che attrae a sé l’interagire di elementi distanti ma non antitetici

Caterina Berardi


Pubblicato in data 24/09/2016