Nell’ambito della struttura dell’Acquario di Genova nel Luglio scorso è stato inauguurato il nuovo Padiglione Cetacei, opera unica progettata da Renzo Piano e costruita da Codelfa SpA, che rappresenta un importante arricchimento per la città. Crediamo che Piano abbia ideato la struttura cercando di integrare architettura e scienza, un binomio imprescindibile per il maestro che ha sempre avuto l’intento di educare costruendo. Cosi è che il nuovo padiglione permetterà di studiare alcune tipologie di animali tanto affascinanti quanto intelligenti. E così è stato che i primi ospiti sono stati Linda, Naù, Betty, Mia, Teide, Robin, l’allegra compagnia dei tursiopi, cioè i delfini.
L'Acquario di Genova è gestito da Costa Edutainment SpA, leader in Italia nella gestione di siti e grandi strutture pubbliche e private dedicate ad attività ricreative, culturali, didattiche e di ricerca scientifica. La società nasce nel 1997 come iniziativa imprenditoriale della famiglia genovese, il cui nome è legato da sempre allo sviluppo industriale italiano. Costa Edutainment conta ad oggi oltre 3 milioni di visitatori all'anno gestiti direttamente o tramite le proprie partecipate.
Costa Edutainment è da sempre impegnata a sensibilizzare il pubblico a costruire un rapporto più responsabile con l'ambiente naturale e a stimolare iniziative di salvaguardia attiva della fauna acquatica. Si è focalizzata su alcuni temi centrali come l'acqua, la salvaguardia e la conservazione di tutti gli ambienti naturali, con particolare riferimento a quelli acquatici.
(credits, Merlofotografia)
Per festeggiare l’avvenimento del nuovo Padiglione Costa Edutainment non solo ha ospitato un convegno con ospiti internazionali sul tema del mare e delle arti in difesa di questa risorsa naturale, ma anche coinvolto un articolato di espressioni artistiche tra il pubblico e gli animali tale da suscitare emozioni e amore verso l’ambiente marino. 
Dietro le quinte
Per continuare le emozioni che l’Acquario di Genova ci riserva dovevamo assolutamente alzare il sipario e scoprire lo staff che lavora al suo mantenimento: un gruppo di biologi, veterinari, corallisti che hanno messo in campo le loro capacità professionali ad una forza empatica nei confronti degli animali. Siamo così venuti a conoscenza di specialisti che hanno una forza rigenerativa superiore, come quella del mare.
Alla dottoressa Laura Castellano, Responsabile del settore Mediterraneo e Acque Fredde dell’Acquario, chiediamo alcuni chiarimenti sugli squali, uno dei pesci che ha più “appeal”.
Lei è incaricata all'Acquario di monitorare gli squali. Può dirmi da dove provengono e come avviene il trasporto?
“Alcuni squali grigi arrivarono nel 1992 per l'apertura dell'Acquario. Gli altri squali grigi provengono da Antibes dove vengono riprodotti, sono quindi nati in ambiente controllato. Il trasporto avviene via terra con grossi camion appositamente allestiti con vasche circolari del diametro variabile da 1.5m a 2.5m a seconda delle dimensioni dell'animale da trasportare. L'acqua è ossigenata tramite diffusori di ossigeno durante tutto il tragitto.”
Avete un lavoro di monitoraggio continuativo, 24 h su 24? Quindi c'è una turnazione?
“Gli impianti sono monitorati 24h su 24 dal personale tecnico tramite una sala controllo dove arrivano tutti i segnali di allarmi dei parametri. Gli animali vengono monitorati nell'arco della giornata 7 gg su sette , 365 giorni all'anno, gli acquarisiti quindi sono organizzati secondo una turnazione che permetta la copertura dei turni tutto l'anno.”
Ha partecipato a qualche missione per l'Acquario e che tipo di esperienza ha acquisito?
“Ho partecipato a campagne di monitoraggio delle barriere coralline in Micronesia dove mi occupavo del censimento visivo degli squali durante le immersioni. Durante queste campagna è stato possibile verificare la diminuzione del numero di squali dovuta alla pesca.”
Lo squalo è una creatura storica antichissima. Il contatto con loro le fa percepire questa sensazione?
“Gli squali popolano il pianeta da circa 350 milioni di anni e in tutto questo tempo hanno subito pochissime modifiche evolutive poiché già perfettamente adatti all'ambiente oceanico. Si tratta quindi di vertebrati molto antichi e già talmente "perfetti" da essere in grado di far fronte a tutte le mutazioni avvenute nel corso di milioni di anni che hanno visto per esempio la comparsa e la scomparsa dei dinosauri. Ad oggi il vero problema degli squali è la sovrapesca, quindi lo sfruttamento di questa risorsa da parte dell'uomo che ne sta decimando le popolazioni. Creando grandi scompensi nell'ecosistema marino in quanto gli squali sono predatori di vertice, anello fondamentale per la catena alimentare.”
Alla dottoressa Silvia Lavorano, Responsabile del Settore Tropicale dell’Acquario chiediamo, invece, alcune curiosità sui coralli, una delle meraviglie marine.
Mi risulta che una mission dell'Acquario di Genova sia la salvaguardia dei coralli. Quanto questa classe di animali è complessa e delicata?
“L’Acquario di Genova da parecchi anni è impegnato nello studio, la riproduzione e l’allevamento dei coralli e, in linea con la propria mission aziendale, nel divulgare al pubblico quanto questi animali siano preziosi per gli ecosistemi tropicali, essendo i principali costruttori delle scogliere coralline.
La maggior parte dei coralli sono animali coloniali formati da individui di piccole dimensioni, chiamati polipi, uniti fra loro da un tessuto comune che ricopre lo scheletro calcare di base, prodotto dall’animale stesso. Le colonie hanno forme diverse a seconda delle specie e possono raggiungere dimensioni considerevoli, fino a più metri. Molte specie di coralli hanno una particolare simbiosi con delle piccolissime alghe unicellulari, le zooxantelle, che ne favorisce la crescita. I coralli hanno bisogno di acque limpide, per la fotosintesi delle zooxantelle, e calde, infatti le scogliere coralline si trovano esclusivamente nei mari tropicali”.
E' possibile sapere come avviene il trasferimento di collocazione dal sito in cui abitualmente vivono (in sito) all'Acquario (ex situ)? All'Acquario riuscite ad allevare coralli?
“L’Acquario di Genova, coerentemente alla sua missione di salvaguardia delle scogliere coralline, non preleva nessun corallo in natura. Tutti gli esemplari presenti nelle vasche espositive sono riprodotti dai biologi dell’Acquario mediante diverse tecniche consolidate nel tempo. Altri esemplari arrivano invece da scambi con altre strutture scientifiche europee che seguono la stessa filosofia. Vi sono poi alcuni coralli ospitati che arrivano da confische effettuate dal Corpo Forestale dello Stato – servizio CITES; la maggior parte dei coralli infatti sono animali protetti e il prelievo in natura e la commercializzazione sono regolamentati e richiedono particolari permessi.
Il trasferimento dei coralli da un ambiente ad un altro, anche se si tratta di vasche diverse della stessa struttura, richiede tutta una serie di attenzioni, in quanto questi animali sono molto delicati. Bisogna evitare infatti che gli animali subiscano dei cambiamenti repentini delle caratteristiche chimico fisiche in cui vivono, compresa l’intensità luminosa. Nel caso i coralli debbano effettuare un lungo trasporto da una struttura ad un’altra, si utilizzano sacchetti di plastica chiusi ermeticamente e posizionati in scatole di polistirolo in modo che sia mantenuto l’isolamento termico. L’acclimatamento dei coralli alle condizioni della nuova vasca viene effettuato gradualmente e viene sempre seguito un periodo di quarantena in modo da controllare che i nuovi individui non siano portatori di eventuali patologie per gli organismi già esistenti.”
La crisi ecologica delle barriere coralline è nota. Il 20% è già distrutto, l'altra metà è al collasso. Che ne sarà fra 50 anni?
“Purtroppo attualmente gran parte delle scogliere coralline del mondo è in pericolo, minacciata soprattutto da fattori di origine antropica. Sta crescendo però globalmente la consapevolezza individuale e sociale che non si può andare avanti così: molteplici sono le azioni mirate alla salvaguardia delle scogliere coralline, così come degli altri ecosistemi a rischio.
Per quanto riguarda il futuro però, appartengo a quella schiera di persone che ritengono che il mondo naturale sia troppo complesso per fare delle previsioni a lungo termine. Credo che per questo genere di previsioni le vecchie “sfere di cristallo” abbiano la stessa attendibilità di qualsiasi studio scientifico o modello matematico”.
Servizio e interviste a cura di roberto tirapelle
(Si ringrazia Emanuela Ratto, Ufficio Stampa Acquario)