Convegno - Rivolto alle famiglie, ai medici, psicologi, educatori, fisioterapisti, volontari e operatori del settore
Sabato 28 gennaio 2012 dalle ore 9.00 alle 13.00, presso l’Auditorium della Gran Guardia, la nostra Associazione ha offerto all'attenzione della cittadinanza il Convegno di sensibilizzazione dal titolo “ALZHEIMER: LE TERAPIE NON FARMACOLOGICHE”, con il contributo dell’Assessorato ai Servizi Sociali e Famiglia del Comune di Verona, della Banca Popolare di Verona e la collaborazione dei Lions Club Re Teodorico e Cangrande di Verona.
Il Convegno è stato organizzato per la finalità di costruire un’alleanza strategica tra Comunità Medico-Scientifica e le Associazioni di pazienti/cittadini, onde favorire la domiciliarità offrendo soluzioni pratiche nella gestione della criticità quotidiana con il coinvolgimento indispensabile di altre figure professionali quali psicologi, assistenti sociali, educatori, volontari e operatori del settore. 
Va ricordato come l’Alzheimer sia un’importante malattia degenerativa del sistema nervoso centrale che si manifesta con disturbi della memoria, deficit del pensiero astratto e della capacità di giudizio, modificazioni della personalità e del comportamento. Il graduale decadimento cognitivo comporta prima una difficoltà, poi l’impossibilità a svolgere le comuni attività quotidiane data la grave riduzione dell’autonomia personale. Con il progressivo invecchiamento della popolazione, è aumentata anche l’incidenza dei casi di questa patologia: sono più di 7.000 gli ammalati in provincia di Verona ed è stato stimato che ogni medico di Medicina Generale, primo interlocutore delle famiglie, abbia tra i suoi assistiti numerosi soggetti con demenza. Riuscire ad affrontare organicamente i problemi su più piani (bio-psico-sociali) di queste persone e dei loro familiari non è facile: le famiglie che ospitano un anziano con demenza, infatti, si trovano ad affrontare situazioni che richiedono interventi sostitutivi da adottare in tempi brevi; pensiamo alla patologia del familiare di riferimento, ad improvvisi cambi di lavoro, al precipitare delle condizioni dell’ammalato.
Non esistendo ancora una “terapia farmacologica”, si può però rallentarne l’evoluzione con un’adeguata formazione specifica, utilizzando alcune strategie mirate a sostenere le abilità residue: ad esempio l’Attività Motoria, che influisce positivamente sulla funzionalità cognitiva, contribuendo a far consumare le energie in eccesso ed a facilitare il sonno notturno; la Musicoterapia, strumento di comunicazione non verbale che coinvolge l’individuo principalmente sul piano emozionale, favorendo il recupero di informazioni importanti e l’aggregazione sociale; la Stimolazione Cognitiva, che consente l’esercizio delle abilità residue del malato per far sì che il deterioramento sia il più lento possibile; la Pet Therapy, che si serve del valore terapeutico degli animali attraverso un’attività strutturata; la Terapia della Bambola, che ricorre ad una bambola con caratteristiche particolari favorendo la diminuzione di alcuni disturbi comportamentali, altre ancora.
Nello svolgersi dell’incontro, esperti qualificati hanno illustrati alcuni collaudati modelli, allo scopo di offrire utili strumenti per migliorare la qualità di vita delle famiglie precipitate in quella che è stata definita una vera “tragedia affettiva e sociale”.
L’Associazione Alzheimer Verona, nel 13° anno della sua costituzione, attraverso il generoso lavoro quotidiano di decine di volontari, quale dono totale di gratuità, con il proprio Comitato Scientifico alle iniziative promosse nei territori delle ULSS 20, 21 e 22, sostiene la rete di attività di gruppi di medici di famiglia ed esperti al fine di avviare la promozione di nuovi modelli culturali di assistenza, per cui il Convegno prevede anche una tavola rotonda presieduta dal Dott. Silvano Pedron con l’intervento di esperti in “terapie non farmacologiche” sopra descritte, utili soprattutto nelle prime fasi della malattia e per la permanenza domiciliare, in conformità alle Delibere Regionali.

Per dare un segno importante alla validità di tutto ciò, la nota cantante veronese Grazia De Marchi, accompagnata dal pianoforte di Giannantonio Mutto e dalla fisarmonica di Thomas Sinigaglia, ha proposte in concerto “Le canzoni della nostra memoria”, un’esperienza di condivisione per rivivere emozioni del passato. Nell’occasione del Convegno è stato presentato inoltre un nuovo video sulle attività pratiche di musicoterapica realizzato dal Prof. Mario Guidorizzi, con la consulenza della musicoterapista Lorenza Pollini.
Associazione Alzheimer Verona
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